giovedì 31 ottobre 2013

Edvard Munch torna in Italia

Finalmente, finalmente e finalmente!
Erano anni che aspettavo di avere di nuovo l'occasione di vedere i suoi quadri e le sue fotografie. L'ultima volta fu a Roma qualche anno fa, anche se allora rimasi un po' delusa per non aver trovato alla mostra la versione che preferisco dell'opera "Il vampiro".



Il precursore dell'arte espressionista nasce in Norvegia nel 1863 e la sua infanzia, a causa della morte della sorella per tubercolosi, lo influenza per tutta la vita. Il dolore, l'angoscia, la malinconia, la felicità mai completamente raggiungibile, il senso di smarrimento davanti a una vita che ti scuote a suo piacimento come una barca a remi in un'impetuosa tempesta.
La sua opera più famosa è "L'urlo", parte del ciclo "Il fregio della vita", oggetto qualche anno fa di un furto e poi magicamente ritrovato.
Dai suoi diari traspare una completa disillusione e un uomo amareggiato dalla vita e segnato profondamente, così tanto da avere sovente attacchi di panico (uno dei quali ci ha regalato l'opera sopra menzionata). I suoi quadri sembrano un po' come lui: ruvidi, vissuti, imperfetti, tristi. Una curiosità che ancora oggi si racconta è che Edvard ponesse le sue opere per lungo tempo all'esterno, così che le intemperie facessero il loro lavoro e rendessero l'opera più "resistente".
Fotografo appassionato nel quale lo ritroviamo spesso soggetto nel suo studio.
A Palazzo Ducale di Genova dal 6 novembre al 27 aprile 2014 ci sarà una mostra dedicata a lui e il suo lavoro, oltre 120 opere che ci raccontano la sua vita. Tutto questo nell'anniversario del 150esimo anno dalla sua nascita.
La Norvegia ci ha donato questo genio, e io non vedo l'ora di assistere alla mostra, incrociando le dita e sperando di trovare la mia opera preferita.

V.

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