giovedì 31 ottobre 2013

Edvard Munch torna in Italia

Finalmente, finalmente e finalmente!
Erano anni che aspettavo di avere di nuovo l'occasione di vedere i suoi quadri e le sue fotografie. L'ultima volta fu a Roma qualche anno fa, anche se allora rimasi un po' delusa per non aver trovato alla mostra la versione che preferisco dell'opera "Il vampiro".



Il precursore dell'arte espressionista nasce in Norvegia nel 1863 e la sua infanzia, a causa della morte della sorella per tubercolosi, lo influenza per tutta la vita. Il dolore, l'angoscia, la malinconia, la felicità mai completamente raggiungibile, il senso di smarrimento davanti a una vita che ti scuote a suo piacimento come una barca a remi in un'impetuosa tempesta.
La sua opera più famosa è "L'urlo", parte del ciclo "Il fregio della vita", oggetto qualche anno fa di un furto e poi magicamente ritrovato.
Dai suoi diari traspare una completa disillusione e un uomo amareggiato dalla vita e segnato profondamente, così tanto da avere sovente attacchi di panico (uno dei quali ci ha regalato l'opera sopra menzionata). I suoi quadri sembrano un po' come lui: ruvidi, vissuti, imperfetti, tristi. Una curiosità che ancora oggi si racconta è che Edvard ponesse le sue opere per lungo tempo all'esterno, così che le intemperie facessero il loro lavoro e rendessero l'opera più "resistente".
Fotografo appassionato nel quale lo ritroviamo spesso soggetto nel suo studio.
A Palazzo Ducale di Genova dal 6 novembre al 27 aprile 2014 ci sarà una mostra dedicata a lui e il suo lavoro, oltre 120 opere che ci raccontano la sua vita. Tutto questo nell'anniversario del 150esimo anno dalla sua nascita.
La Norvegia ci ha donato questo genio, e io non vedo l'ora di assistere alla mostra, incrociando le dita e sperando di trovare la mia opera preferita.

V.

mercoledì 30 ottobre 2013

Kim Leine vince il premio letteratura del Consiglio Nordico

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Un danese vince il premio alla letteratura del Consiglio Nordico
A vincere il premio l'autore danese Kim Leine

di Jyllands-Posten, 30 ottobre 2013

Lo scrittore danese Kim Leine vince il Premio Letteratura 2013 del Consiglio Nordico per il romanzo di successo "Profeterne i Evighedsfjorden". Il premio comprende un assegno di 350.000 corone.
Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato a un gala spettacolarmente grandioso a Den Norske Opera nella capitale, Oslo, nella notte di mercoledì.

Kim Leine ha ringraziato sia il suo editore, i colleghi di Gyldendal e la sua famiglia quando ha ricevuto il premio sul palco di Oslo e un ringraziamento particolare è andato alla ex moglie dell'autore.

"Grazie alla mia ex moglie per la sua pazienza e la sua amicizia" ha detto l'autore.

Grazie a molti
Anche i bambini di Kim Leine hanno ricevuto un ringraziamento.
"Ai miei grandi figli John e Marie, grazie di voler essere i miei figli" ha detto.

Kim Leine è nato in Norvegia, e il patrimonio norvegese traspariva, quando egli ha ringraziato la madre dal palco in norvegese: "Grazie mamma. Mi hai insegnato come fare le cose per bene."
"Grazie a Bodil, mia moglie. Grazie per tutto quello che sei, senza di te sarei uno scrittore molto peggiore. Vorrei che tu fossi qui stasera, ma non c'era apparentemente non c'è spazio per te" ha detto Kim.

Ha lavorato come infermiere
Con il Premio Letteratura del Consiglio Nordico, Kim Leine ottiene ancora più onori per il suo libro acclamato dalla critica. In gennaio, ha ricevuto Gli allori d'oro, e nel mese di giugno ha ottenuto Premio DR Romanzo.

Kim Leine ha lavorato per 15 anni come infermiere in Groenlandia, che è anche il luogo dove si svolge il suo quarto romanzo.  "Profeterne i Evighedsfjorden" tratta del sacerdote Morten Falck che alla fine del 1700 viene spedito in Groenlandia come missionario.
Morten Falck scopre che gli ideali e le illusioni crollano in un abisso di insensibilità umana e arroganza, ma è attratto dalla particolare interpretazione del cristianesimo i groenlandesi. 

Il Premio Letteratura del Consiglio Nordico è stato assegnato dal 1962. L'ultima volta che è andato a un autore danese, è stato nel 2008, quando il premio fu assegnato a Naja Marie Aidt per la raccolta di racconti "Bavian".

Oltre a Kim Leine ha vinto il Premio Film del Consiglio Nordico il film di Thomas Vinterberg "The Hunt". 

Thriller svedese diventerà una serie tv negli Stati Uniti: "The Swede"

Appuntatevi il nome di Robert Karjel, perché sono certa che ne sentirete parlare parecchio. Il buon Robert fino all'altro giorno era un signor nessuno che aveva pubblicato l'ennesimo thriller made in Svezia. Poi, alla Fiera del libro di Francoforte, il suo romanzo è andato a ruba e gli editori di tutto il mondo si sono scannati per comprare i diritti del libro (tradotto alla meno peggio in inglese dall'autore e da un suo amico, giusto per avere un po' più di pubblico). Alla fine, Robert si è portato a casa un assegno miliardario e una serie tv tratta dal suo libro e prodotta da una famosa casa americana. Robert, attualmente, sta bevendo drink su una barca nel Mar Rosso.
Speriamo di poter avere presto una traduzione del libro anche in Italia. (altrimenti, ci pensiamo noi :D)

E.

Thriller svedese diventa un telefilm negli Usa
di Thorbjörn Ivarsson, Dagens Nyheter, 29-10-2013


L’autore svedese Robert Karjel è sulla buona strada per far diventare il suo libro il prossimo thriller svedese dal successo internazionale. Ha sottoscritto un contratto milionario con il gigante editoriale Harper Collins e ora il suo libro diventerà una serie tv americana.

Robert Karjel è stato uno degli autori più apprezzati alla fiera del libro di Francoforte qualche settimana fa. Editori di tutto il mondo si sono contesi il libro “De redan döda”, da quando Robert Karjel l’ha tradotto in inglese assieme ad un amico.
L’ accordo più consistente l’ha fatto la casa editrice statunitense Harper Collins, che dice di aver pagato “una sostanziosa somma a sei cifre”, in termini di dollari, per i diritti in lingua inglese. L’accordo comprende anche il sequel.
Dagens Nyheter ha potuto rintracciare Karjel, che sta festeggiando i successi in una barca per immersioni nel Mar Rosso.
-Non mi sono ancora ripreso dalla fiera di Francoforte. Il libro vendeva a destra e a sinistra. E’ incredibilmente divertente, ma strano. Ho cercato di realizzare la cosa, ma è ancora difficile da capire-

Tu scrivi thriller che si svolgono in uno scenario internazionale. Non hai pensato che potesse vendere anche all’estero?

-Naturalmente ho fantasticato su questo. Ma quando diventa realtà è comunque difficile da comprendere-
“De redan döda” ha in inglese assunto il titolo “The Swede”. Alla fiera di Francoforte è stato venduto come un Le Carrè che incontra “Homeland”.
E’ un thriller pieno di azione dove un agente della Polizia di Sicurezza, lo svedese Ernst Grip, deve interrogare un sospetto terrorista negli Stati Uniti. La storia trasporta il lettore indietro nel tempo, allo tsunami avvenuto nel 2004 in Thailandia.
Non c’è solo il successo del libro. Ora il diventerà anche una serie tv americana con il nome “The Swede”
La società di produzione con sede in Svezia “Yellow Birds” produrrà la serie assieme allo studio Chernin, che tra l’altro ha prodotto il film di Tom Cruise “Oblivion” e la serie tv “New Girl”
Marianna Gray e Berna Levi di “Yellow Birds” saranno i produttori esecutivi del progetto. E’ grande l’interesse di “Yellow Birds” per il romanzo, che ha permesso venisse tradotto e diventasse un successo di vendite
-Sono una grande fan della recensitrice della pagina culturale del Dagens Nyheter Lotta Olsson. E’ stato quando ho letto la sua recensione di “De redan döda” che ci ho messo gli occhi sopra, dice Marianne Gray.
Lei racconta che è stato subito chiaro che fosse una storia fatta per essere trasposta in film, ma con un budget completamente diverso rispetto a quello che la tv svedese poteva permettersi
-Tra l’altro si svolge tutto tra Texas e Thailandia, quindi ci siamo rivolti a Chernin, che l’ha trovato molto interessante- dice
L’impianto del progetto è in fase così avanzata che ci sono  due attori destinati ai due ruoli svedesi nella serie.
-Ma chi siano non posso certo dirlo ora- dice
Anche se Robert Karjel è a riposarsi sul Mar Rosso in questo momento, deve ricominciare a scrivere presto. Gli editori di tutto il mondo adesso aspettano un sequel.

E’ l’inizio di una serie?

-E’ troppo presto per dirlo. E’ una nuova avventura, ma ancora con l’agente Ernst Grip come protagonista-




martedì 29 ottobre 2013

Google Earth mostra un'apparizione?

Roba da matti, ora anche Google Earth ha le apparizioni. Appena ho letto l'articolo son scoppiata a ridere, non mi sembrava vero e mi son detta "porca miseria, se anche questo c'ha le visioni siamo messi di nulla! Non si può più fare più affidamento nemmeno su google...".
Voi che ne pensate siete più per apparizione o lente con problemi?
Io senza dubbio per la seconda :)

V.

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È Gesù che si mostra su Google Earth?
Guardate attentamente l'immagine qui sotto. Sono Gesù e Maria, che nel corso di una frazione di secondo si scorgono all'orizzonte?




di Bo Norström Weile, Metroexpress, 29 ottobre 2013



Di tanto in tanto appaiono immagini pittoresche su Google Earth, come questa catturata dall'auto con la macchina fotografica. Un'altra foto della collezione è appena arrivato.
Su un'autostrada circondata da montagne in Svizzera una fotocamera ha catturato due figure in alto nel cielo, alcuni credono sia un'apparizione di Gesù e Maria.

I teorici con un debole per le cospirazioni credono che Gesù, con la veste marrone sulla sinistra, e Maria, in abito rosa sulla destra, per un breve lasso di tempo siano scesi giù dal cielo e apparsi per l'umanità. 

Altri, più pragmatici, sostengono che ci deve essere un errore sulla lente della telecamera di Google, che dà quindi la strana ombra nel cielo.

Per i curiosi, l'immagine può essere trovato sotto le Coordinate: 47.110579,9.227568 su Google Earth. 
Godetevela. 

Susanna Majuri e le sue donne acquatiche


Susanna Majuri è una fotografa finlandese. Nata nel 1978, si è laureata all’Accademia di Turku e ha successivamente proseguito gli studi di arte ad Helsinki. Ha fatto mostre in tutto il mondo, da New York alla Francia passando per la Polonia, la Scandinavia, la Germania.  Le sue fotografie sono un tuffo in uno strano mondo onirico, fatto di giovani donne che galleggiano sospese tra sogno e realtà. L’intento dell’artista è di creare mondi non convenzionali raccontando, tramite le sue fotografie, una storia.  Storia che, la maggior parte delle volte, risulta inquietante: qualcosa di indefinibile incombe sopra ai corpi inermi accarezzati dall’acqua che Susanna presenta al suo spettatore. L’acqua è uno degli elementi preferiti dall’artista: grazie ad essa può giocare con i riflessi creando scenari che sembrano dipinti ad olio. 
Scorrere il suo portfolio significa addentrarsi nei meandri più reconditi della tana del Bianconiglio, in un viaggio mentale che non può non lasciare senza fiato. 

E.

Disastro in Svezia: arriva la tempesta Simone ed è il caos



[Immagini tratte da aftonbladet.se]

In queste ore, in Svezia, si sta consumando un disastro. La tempesta Simone, proveniente dalla Gran Bretagna, ha colpito la Svezia nel pomeriggio provocando danni ingenti. Le raffiche di vento hanno raggiunto picchi di 41 metri al secondo. Nel sud del paese si registrano case scoperchiate e alberi caduti.
L'erogazione di energia elettrica è saltata in quasi tutta la Scania. Il trasporto ferroviario è sospeso fino a mezzogiorno di domani. Il ponte che collega Danimarca e Svezia è stato chiuso.
E' già stato registrato almeno un morto in Danimarca, ma le notizie arrivano a scaglioni. Alcuni testimoni di Helsingborg parlano di uno scenario da guerra mondiale. La polizia suggerisce di rimanere in casa.

E.

lunedì 28 ottobre 2013

Arrestati due Hells Angels

Quando penso alle bande di motociclisti rido ricordando il film "svalvolati on the road". È un mondo distante anni luce dal mio e solo leggendo articoli così mi rendo conto di ciò che sono realmente. Sicuramente una grande famiglia adottiva, con un unica passione in comune: mangiare kilometri su kilometri con il vento che ti avvolge. E fin qui sembra idilliaco. Poi però esce fuori l'aspetto violento, anche con vecchi amici, magari solo per aver "tradito" la famiglia e le regole del circolo chiuso quali sono i club di bikers.

V.

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I motociclisti Hells Angels prendono 12 anni per aggressione
Tre uomini del gruppo di motociclisti Hells Angels sono oggi, lunedì, riconosciuti colpevoli di una grave aggressione nei confronti di un ex membro del gruppo di biker in pericolo di morte dopo l'assalto.

Metroexpress, 28 ottobre 2013

Tre uomini dell'ambiente degli Hells Angels vengono condannati fra i tre e cinque anni e mezzo di carcere per un brutale attacco contro due ex membri del gruppo di biker.
Lo ha stabilito una giuria alla Copenhagen City Court lunedì pomeriggio.

Lasse Jensen e Thor Koba, entrambi di 27 anni, sono stati condannati da tre a cinque anni e mezzo di carcere. Sono entrambi precedentemente condannati per violenza.

Kim Rydbirk di 33 anni è stato condannato a quattro anni di carcere. L'aggressione è stata così violenta che l'accusa ha dovuto richiedere la pena più dura prevista dalle clausole in uso. I tre uomini avevano attaccato congiuntamente i due ex membri in nella foresta Uganda ad Amager 21 a settembre dello scorso anno.

Con calci, coltellate e colpi con armi che avevano colpito i due uomini, riducendo entrambi in gravi condizioni. Una delle due vittime erano dopo l'attacco in fin di vita.

domenica 27 ottobre 2013

Tennis, la Danimarca perde un'occasione

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Danimarca perde l'occasione per scrivere la storia del tennis
La Danimarca ha iniziato il weekend con una resa dei conti con i nemici svedesi in Coppa Davis, con un bel 2-0. Ma nei tre match successivi ha fallito, la Danimarca ancora non ha mai sconfitto la Svezia in Coppa Davis.

di Emil Vendelbo Johansen, Metroexpress, 27 ottobre 2013

È stato impossibile per la Danimarca scrivere la storia del tennis nel fine settimana, quando la nazionale danese ha gareggiato con la Svezia per chi delle due avrebbe dovuto essere nella seconda divisione della Coppa Davis.

La Danimarca aveva incontrato la Svezia in Coppa Davis sei volte prima, e subito sei sconfitte. Questo fine settimana la numero sette.
La Danimarca ha iniziato bene con vittorie nel primi due singoli. Poi hanno perso il doppio e domenica, quando Federico Lochte Nielsen è stato battuto da Markus Eriksson dopo una lunga lotta.

Il risultato è ora di 2-2 complessivo,e tutto è stato deciso nella battaglia tra Martin Pedersen e il giovane talento svedese Elias Ymer di 17 anni. 
Martin Pedersen è riuscito a rimanere in gioco a lungo, ma alla fine lo svedese è stato troppo forte, e ha vinto con le cifre 7-6 (7/3), 7-6 (10/8), 4-6, 7-5 .

La classifica generale è di 3-2 per la Svezia con la Danimarca, ancora una vittoria. 

Morto Lou Reed, aveva 71 anni



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MORTO LOU REED,
La leggenda americana del rock, Lou Reed, è morta. L’ex membro dei Velvet Underground , e poi solista, aveva 71 anni.

Kalle Holmberg, Dagens Nyheter, 27 ottobre 2013

Reed fondò i Velvet Underground nel 1964 a New York con John Cale. A poco a poco la band acquistò un pubblico sempre più vasto. Reed era il principale autore delle canzoni e cantante, oltre che chitarrista.
I Velvet Underground ebbero un discreto successo, ma è da solista che Lou Reed ha lasciato l’impronta più grande nella storia del Rock. Con gli album “Lou Reed” (1972) e “Transformer” (1972)ha ottenuto una posizione importante nell’ondata del glamrock, che ha avuto il suo periodo di massimo splendore negli anni 70.
“Walk on the wild side” da “Transformers” è il suo più grande successo solista. Sia l’album che la canzone, furono prodotti da David Bowie, assistito da Mick Ronson, il suo chitarrista.
L’annuncio della morte è avvenuto domenica tramite il giornale rock Rolling Stone, che scrive che la causa della morte non è stata ancora resa nota. Nel maggio di quest’anno Reed aveva subito un trapianto di fegato.

sabato 26 ottobre 2013

Arte o pornografia? La dubbia artisticità delle opere di David Hamilton

L’opinionista del Dagens Nyheter Malin Ullgren, presenta in quest’articolo un tema delicatissimo. Si potrebbe riassumere così: dove finisce l’arte e inizia la pornografia? La Ullgren sembra avere un’idea ben precisa a riguardo, e si scaglia contro “l’artista” inglese David Hamilton. Nel centro di Stoccolma si può trovare una sua opera, di davvero dubbio gusto, appena fuori da un centro commerciale molto conosciuto. Il dibattito è aperto.
E.

MALIN ULLGREN: BAMBINI NUDI. DA OGGI NEI MARCIAPIEDI, VICINO A TE!,
Malin Ullgren, Dagens Nyheter, 25 ottobre 2013
Fuori dalla galleria Mood, in Regeringsgatan, in centro a Stoccolma, c’è un cartellone con una fotografia creata dal fotografo britannico David Hamilton. Si può comprare il suo poster in un negozio del centro commerciale. Le immagini si chiamano “Hommage à la peinture”, cioè “Un omaggio alla pittura”.
I corpi femminili nudi sulla foto, che sono disposti come il dipinto rinascimentale di Raffaello “Le tre grazie” , sono a ben guardare non corpi di donne, ma di bambine. Nessun seno, quelli non si trovano nei bambini piccoli.
Sono state fotografate dall’”artista” 73enne David Hamilton, e messe in mostra di fronte a un tempio dello shopping.
Pessimo.
Ci sono molti artisti che hanno fotografato o dipinto bambini nudi e per questo sono stati molto discussi. Sally Mann, per esempio, che ha scattato incredibili fotografie in bianco e nero dei suoi figli, o Lucian Freud, che ha dipinto sua figlia quattordicenne.
David Hamilton è un’altra cosa. Intanto, le sue immagini sono ,nel migliore dei casi, una sorta di Sally Mann con la vaselina sull’obbiettivo. O porno bambine con ambizioni para-artistiche.
Ma più di tutto non si può scegliere di voler vedere quelle immagini o meno, perché ora troneggiano in un marciapiede in centro città.
L’immagine non si trova nel contesto specifico di un museo, ma le bambine nude sono semplicemente una pubblicità. Prego, venite a  comprare un corpo prepuberale su carta!
 E l’acquisto è fondamentale per lo stesso David Hamilton.  Nel contesto di un dibattito sulla pedopornografia sulle sue fotografie, in Gran Bretagna nel 2005, il suo portavoce ha detto al Guardian che il libri di Hamilto “hanno venduto milioni di copie”

Che fortuna. Quindi i prodotti di successo sono corpi di bambine. Adesso, nei marciapiedi vicino a te.

venerdì 25 ottobre 2013

Scoperta una nuova galassia

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Scoop Astronomico: scoperta una galassia esistente dall'inizio dell'universo
Solo 700 milioni di anni dopo il Big Bang è iniziata la produzione vera e propria di stelle. In ogni caso, gli astronomi hanno trovato una galassia risalente a 13 miliardi di anni fa. E' la prima galassia della cui scoperta si è sicuri.

di henrik Bendix (videnskab.dk), Jyllands-Posten, 25 ottobre 2013

Quando le cose sono lontane sono difficili da individuare. Nondimeno l'impresa è riuscita ad astronomi provenienti da Stati Uniti, Israele e Italia che sono riusciti a individuare una galassia che, prima di esser stata scoperta da noi, ha brillato per 13 miliardi di anni. La scoperta è descritta sulla rivista scientifica Nature.

L'univers700 milioni di anni quando la galassia  z8_GND_5296 illuminava lo spazio. Questo la rende la prima galassia esistente e la più lontana, almeno fra quelle studiate con la spettroscopia, che rende la datazione abbastanza sicura.

Le stelle giovani
"E' la galassia che ha un'altezza senza precedenti, dal punto di vista della misura spettroscopica", afferma Ole Harvest, che è un postdoc presso il Centro di Cosmologia Oscuro al Niels Bohr Institute dell'Università di Copenaghen. 
"La galassia contiene un sacco di giovani stelle di recente formazione e la formazione di nuove stelle è a un tasso sorprendentemente alto".

La luce emessa da galassie lontane viaggia attraverso l'universo a una certa velocità - la velocità della luce a 299.792.458 metri al secondo - raggiunge tutti fino a noi con un certo ritardo, che diventa più lungo più è lontano. Questo è il nostro modo di guardare molto indietro nella storia dell'universo, quando guardiamo la luce proveniente da corpi celesti distanti.  

La luce è cambiata 
Mentre la luce attraversa il vuoto, l'universo si espande, e ciò significa che la lunghezza d'onda della luce è più lunga e il colore della luce è spostato verso la gamma rosso o addirittura infrarossi.
Questo spostamento verso il rosso può essere misurato, e in combinazione con i modelli cosmologici di sviluppo dell'universo rivelare quando la luce è stata emessa.


Il miglior modello di galassia suggerisce che le stelle hanno una massa totale pari a un miliardo di stelle, come il sole, e ogni anno formano nuove stelle con una massa totale di circa 330 masse solari. In confronto, la Via Lattea è formata solo una o due nuove stelle all'anno.
Quindi già in questa prima fase della storia dell'universo, la formazione stellare era a pieno regime nella z8_GND_5296 che si è trovata ed esaminata con il telescopio spaziale Hubble e l'enorme telescopio Keck nelle Hawaii.


Nuovo telescopio in arrivo
"Si tratta di una galassia straordinaria, perché le stelle si formano a un ritmo elevato. Ma la domanda è, quanto dovremmo essere sorpresi nel vedere una tale galassia formatasi così presto nella storia dell'universo. Perché è anche una galassia, che avremmo potuto vedere facilmente", afferma Ole Høst.


Presumibilmente, le nuove misure dal telescopio Hubble rivelano più delle primissime galassie, così gli astronomi possono chiarire come le prime stelle e galassie si formarono, e il loro aspetto. Altrimenti dovranno essere pazienti e aspettare il successore di Hubble, il grande telescopio spaziale James Webb. E 'in fase di montaggio e, si spera, sarà lanciato nel 2018.
 

Norvegia: specchi per illuminare un paesino. L'ispirazione arriva da "Paperino".



Nel 1977 è uscita su “Paperino” una storia a fumetti che si chiamava “Zio Paperone e lo specchio solare”. In pratica, il miliardario faceva costruire uno specchio orbitante per illuminare a giorno le sue fabbriche. Se non ricordo male, la faccenda finiva parecchio male perché gli operai impazzivano e non dormivano più, ma non ne sono sicura. Fatto è che in Norvegia, l’artista Martin Andersen ha progettato la stessa cosa: tre giganteschi specchi che riflettono la luce del sole per illuminare la valle di Rjukan. Non è una cosa nuova, in Italia abbiamo la stessa cosa da anni. Viganella, in Piemonte, è un paesino talmente incuneato fra i monti che da novembre a febbraio deve sopportare una lunghissima notte, in quanto il sole non riesce a illuminare il paese. Nel 2006 è stato installato uno specchio per risolvere il problema, e giusto il mese scorso il progetto è stato premiato a New York. In pratica, dunque, il buon Martin ha scopiazzato l’idea da Paperino (come candidamente ammette nell’intervista)e dall’esperienza nostrana. Poco male. Gli abitanti di Rjukan, che da settembre a  marzo devono vivere all’ombra della montagna vicina, potranno, finalmente, godersi un po’ di sole.
 
E.


SPECCHI GIGANTI ILLUMINANO CITTA’ NORVEGESE,
Dagens Nyheter, 25 ottobre 2013

Tre giganteschi specchi installati sulla cima di una montagna rifletteranno la luce del sole nella località di Rjukan, a 18 miglia a ovest di Oslo. L’installazione verrà inaugurata la prossima settimana.



-Sembra qualcosa tratto da Paperino, a fatica si crede che sia vero- dice l’artista norvegese Martin Andersent che dodici anni fa presentò l’idea a Rjukan.

Gli specchi, che in totale hanno una superficie di 51 metri quadrati, seguiranno il sole durante la rotazione della terra. La luce del sole si rifletterà su una superficie di circa 500 metri quadrati nella valle sottostante.

E’ stato fatto per motivi di salute?

-Non proprio. Un medico ha detto che la luce del sole è importante per regolare il ciclo circadiano, ma lo scopo principale degli specchi è rendere le persone felici- dice Martin Andersen a Dagens Nyheter

C’è stato un forte interesse per il progetto

-Hanno chiamato persone dalla Cina e dall’Australia, e da altre parti del mondo- dice Martin Andersen
Rjukan non è il primo paese al mondo a realizzare l’idea. Specchi giganti si trovano da tempo nel Nord Italia, a Viganella.
Gli specchi saranno inaugurati mercoledì e giovedì prossimo. 

giovedì 24 ottobre 2013

La malattia dei morti viventi

Come sarà essere morti? Che sensazione ti da morire? Queste sono solo due delle tante domande che nella nostra vita, in quei momenti in cui steso a letto hai il "minuto esistenziale" e il cervello si perde nelle domande più assurde, ci poniamo. Io mi son sempre immaginata mezza smangiucchiata dai bachi e in putrefazione (si, son ottimista lo ammetto), ma mai capace di camminare e interagire anche da morta.
Se dovessi arrivare a farlo, anche sotto effetto della droga zombie che tanto andava di moda negli Stati Uniti lo scorso anno, abbattetemi! Purtroppo (o per fortuna a seconda dei punti di vista, loro le risposte esistenziali sulla morte già le hanno) c'è chi ci convive con questa situazione, tanto di cappello. Alla fine non sai mai quando è il tuo vero ultimo istante con i tuoi cari, quando è l'ora di sparare la tua ultima min*hiata con gli amici, insomma...quando saluti definitivamente la curva. È come se qualcuno gridasse "al lupo" ogni volta, ma poi quando è quella buona non ti rendi conto e non lo sai. Brutto. Decisamente brutto e triste.

V.

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Malattia misteriosa: pensi di essere morto
Un attimo prima sei vivo e quello dopo sei morto, o almeno credi di esserlo

di Bo Noström Weile, Metroexpress, 24 ottobre 2013

La sindrome di Cotards, chiamata più comunemente "la malattia degli zombie", è un terribile fardello. È un'illusione che da un momento all'altro ti fa credere di essere morto, nonostante ci si continui a muovere.

"È molto strano, le persone scoprono improvvisamente di essere morte. Non vedono alcun motivo per il quale debbano mangiare o lavarsi i denti, dato che sono morti" dice Anders Helldén, come farmacologo all'ospedale universitario Karolinska di Solna, a nord di Soccolma.

Insieme al suo collega Thomas Linden, neuropsichiatra presso l'ospedale universitario Sahlgrenska, hanno scoperto che le persone che assumono aciclovir (il principio attivo della medicina per l'herpes) contro l'insufficienza renale, in casi eccezionali possono contrarie la sindrome di Cotards.

Quando i pazienti vanno in dialisi, un procedimento per eliminare i rifiuti e i liquidi in eccesso dal sangue quando i reni non riescono a farlo, scompaiono nel loro delirio.
La malattia prende il nome da Jules. Cotard, un neurologo francese vissuto fra il 1840 e il 1889.

Straordinaria scoperta archeologica in Svezia



STRADA DI PALI A UPPSALA: UN MISTERO,
di Clas Barkman, Dagens Nyheter, 17 ottobre 2013

Le più grandi strutture antiche di tutta la Svezia sono state ritrovate a Gamla Uppsala. Per adesso non c’è alcuna spiegazione per la fila chilometrica di pilastri in legno dell’anno 400.

Deve essere stato uno spettacolo impressionante per i visitatori dell’epoca di Gamla Uppsala. Lungo una linea retta si trovano 144 imponenti pali di legno.
Il luogo del ritrovamento si trova a un centinaio di metri dai celebri tumuli reali, in una delle zone più significative per l’età del ferro svedese. Gli archeologi hanno trovato due lunghe file con alti pali di legno che corrono perpendicolari tra loro. La prima riga conta 144 pali ed è lunga un chilometro, la seconda meno di 500 metri. La distanza fra un palo e quello successivo è di sei metri esatti , insieme formano due linee rette a 500 metri l’una dall’altra.
Con l’aiuto del carbonio 14 si è potuto datare il monumento all’ anno 400, nel cosiddetto periodo della migrazione (375-550 d.c).
Gli archeologi non sanno se avessero una funzione religiosa o se fossero semplicemente edifici di rappresentanza per l’autorità contemporanea.
-Questo monumento solleva interrogativi. In Svezia non è mai stato trovato nulla del genere e non abbiamo fonti scritte che possano aiutarci a capire cosa accadde a quei tempo- racconta la responsabile del progetto e archeologa Lena Beronius-Jörpeland a  Riksantikvarieämbetet.
In Danimarca si trova una cosa simile a questi colonnati che risale all’epoca vichinga, ma lì fungono da recinzioni. Nessuna traccia di essi nel monumento appena ritrovato a Uppsala.
Chi o cosa era dietro a questa fatica dell’età del ferro? Gli scienziati non lo sanno, ma si pensa che ci possa essere un collegamento tra i pali di legno e i tumuli dei re. Una teoria è che questi pali di legno stessero a sottolineare che questo era un sito religioso e sacro.
-E’ un monumento straordinario. Poteva essere un marcatore territoriale ma poteva anche avere una funzione di delimitazione di un’area religiosa. Sappiamo che Gamla Uppsala era una centro di culto pre-cristiano. Pensiamo che i pali fossero alti, forse più di dieci metri. Si potevano vedere da lontano e affiancavano la strada verso Gamla Uppsala.
Ciò che è rimasto dei vecchi pali di legno sono grandi e profondi buchi nel terreno con intorno robusti rivestimenti di pietra. In alcuni di essi sono stati ritrovati i resti dei pali di legno e in molti sono state ritrovate ossa animali, che suggeriscono che venissero sacrificate parti di cavalli, mucche e maiali sul sito.
-Quello che abbiamo trovato sin ora è probabilmente solo una parte di un monumento molto più grande. La tecnica di costruzione ricorda quella utilizzata quando si costruivano case di grandi dimensioni, e ciò significava un gran carico di lavoro e materiali da costruzione pesanti. La differenza è che i pali di legno sono molto più grandi di quelli che venivano utilizzati per le case normali
Sappiamo che esisteva una corte intorno ai re che sono sepolti nei nostri tumuli dei re, che si trovano lì vicino, e si è portati a credere che il monumento appena scoperto avesse una connessione con essi e che volesse mostrare e sottolineare un punto di potere. Dev’essere stata in ogni caso una persona molto potente quella che ha ordinato un edificio così enorme.
Ci sono altre possibili spiegazioni per le colonne di legno? Per esempio, potrebbero essere una parte di una grande struttura di difesa?
-No, abbiamo controllato, ma poiché c’è un’enorme area di terra non crediamo che il monumento fungesse bene come protezione. Allora vi erano castelli con quella caratteristica, ma era molto più piccola. Forse è proprio questo monumento che aveva diverse funzioni.-
Oltre a continuare gli scavi, i ricercatori cominceranno a guardarsi intorno in Europa e nel Mediterraneo, verso quelle costruzioni che possono ricordare il monumento trovato a Gamla Uppsala. L’ipotesi è che la gente di potere di Uppsala che ha ordinato e deciso che il monumento dovesse essere costruito, potrebbe aver preso ispirazione dall’estero.
Il misterioso monumento è stato ritrovato durante l’indagine archeologica in concomitanza con i lavori per la galleria ferroviaria prevista dall’amministrazione per il prossimo tratto di linea della costa est. In totale è un’area di 70000 metri quadrati quella che è stata analizzata con, tra le altre cose, un radar di terra avanzato che “vede” in profondità nel terreno.
-E’ fantastico che da questo monumento arrivino cose tanto inaspettate ed emozionanti. L’archeologia è una scienza meravigliosa che può darci questo tipo di sorprese- dice la scrittrice Maja Hagerman, che ha scritto molti libri su Gamla Uppsala
-Ma non so cosa potrebbe essere. La ricerca moderna oggi tenta di vedere le scoperte di questo tipo per come,a quel tempo, poteva essere utilizzato il paesaggio. Io credo che ci voglia molto tempo per capire tutto il contesto-

Gamla Uppsala non era né un villaggio né una città nei tempi antichi, ma un cosiddetto snodo centrale.  Era collegata a insediamenti in cui si trovavano le figure più in vista della società. Gli archeologi hanno in passato trovato tracce di edifici di centinaia di anni tra cui case, edifici agricoli, fucine e le cosiddette pit-house che hanno costituito la base di una vita sociale e commerciale fiorente. Ci sono anche i tre grandi tumuli reali degli anni dieci del 600, precedentemente attribuiti alle divinità Odino, Thor e Frey, ma era anche stato ipotizzato che potessero essere dei tre dei svei Adils, Aun e Egil. Nelle vicinante si trovano altri luoghi di sepoltura che si pensa avessero contenuto dalle 200 alle 300 tombe, e rovine vicino e sotto la chiesa.

mercoledì 23 ottobre 2013

Attivisti di Greenpeace intrappolati nel meccanismo della grande Matrioska russa

Al giorno d'oggi sembra impossibile che un sistema giudiziario sia basato su leggi tanto antiquate, ingiuste e razziste. Nel paese che si fa conoscere in tutto il mondo per le leggi omofobe e per i vizietti del dittatoriale presidente Putin si arrivano a imprigionare persone con ogni scusa. Stavolta è toccato ad attivisti di Greenpeace. Ma stando agli esperti è quasi impossibile uscirne da quel meccanismo. Eh si perché il piccolo grande uomo ci tiene che le sue leggi e le sue convinzioni siano rispettate. E allora perché non condannare degli attivisti per pirateria? Ma il caro vecchio Vlad non è d'accordo, pirateria è esagerato; qualcosa di più adatto troveranno sicuro prima del processo...magari proprio prima dell'inizio!

V.

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Esperti: l'attivista danese sarà al 99 per cento condannata

di Søren Munch, Jyllands-Posten, 23 ottobre 2013

L'esperto danese dice che i tribunali russi non hanno l'abitudine di assolvere gli imputati
La danese Anne Mie Roer Jensen, in carcere in Russia da più di un mese, ha poche possibilità di essere assolta quando lei e gli altri 29 attivisti di Greenpeace andranno davanti alla corte di Murmansk a fine novembre.
La danese ha davanti a sé il 99 per cento di possibilità di ottenere una pena detentiva, dice l'esperto.

Solo l'1 per cento assolto
"Anche se gli attivisti hanno avvocati che li difendono, la vera domanda è quanto i tribunali li ascoltino. Solo l'1 per cento di coloro che vengono accusati di tribunali russi vengono assolti, quindi le loro possibilità non sono molto buone." dice Lars Poulsen-Hansen, esperto di Russia e precedente lettore all'università di Copenhagen, a metroexpress.
Ci sono poche probabilità che la sentenza possa essere pronunciata da una corte danese o che possano ottenere la grazia, dice l'esperto.

Esperto: la sentenza deve essere pronunciata
Lars Poulsen-Hansen dice che lui "non ricorda casi in cui, dopo una condanna dal tribunale russo, il condannato sia stato portato altrove".
Anche se il presidente Vladimir Putin ha detto che un'accusa di pirateria contro gli attivisti sarebbe esagerata, i 30 attivisti hanno poche speranze di ottenere la grazia.
"Se ci sarà una sentenza molto probabilmente avranno una condanna" dice Lars Poulsen-Hansen.

Greenpeace: un processo politico
La danese e gli altri 29 attivisti di Greenpeace si trovano in una prigione di Murmansk, dove il rapporto nei loro confronti è il disprezzo. Alcuni detenuti hanno la tubercolosi, in alcune celle ci sono i topi poiché i detenuti non toccano il loro cibo e molti prigionieri sono relativamente isolati, senza contatti con i compagni di prigione.

Trine Christensen, vice segretario generale di Amnesty in Danimarca, si riferisce al sistema giuridico russo come sistema "politico" e lei teme il peggio, soprattutto per quando verranno presentate le prove.
"Gli avvocati non hanno abbastanza tempo per parlare con i loro clienti, i processi saranno spostati e le prove compariranno improvvisamente in aula senza che gli imputati abbiano la possibilità di prepararsi riguardo a esse" dice a metroexpress e chiede al governo danese di seguire la linea dura di Olanda e Germania nei confronti della Russia.

Critiche dai giganti dell'energia
Gli attivisti erano stati arrestati dopo che gli attivisti di Greenpeace erano saliti a bordo della piattaforma petrolifera dell'azienda di energia a compartecipazione statale Gazprom nel Mar Glaciale Artico il 21 agosto.
Da allora molto dei parntner occidentali della Gazprom, tra cui il gigante energetico Shell e l'azienda di energia italiana ENI, hanno esortato la Russia a rilasciare gli attivisti.

martedì 22 ottobre 2013

Sono pazzi questi danesi: ecco la storia della birra "Stronzo"

Nel 2011 spunta nel maremagnum di internet un nuovo sito. E' quello di un piccolo birrificio artigianale, con sede a Copenhagen. "Beer with an attitude", cita lo slogan. Tutto nella norma, se non fosse per un piccolo problema: il birrificio si chiama "Stronzo". Grandi risate. Domande. L'avranno fatto apposta? Oppure si saranno affidati a qualche bastardissimo amico italiano? La prima cosa che mi è venuta in mente quando mi è stato segnalato il sito, è stata l'immagine di un ignaro ragazzino che vuole tatuarsi un ideogramma cinese e si ritrova scritto "Pezzo di m***a" sulla schiena senza saperlo. 

Spulciando nel sito non si trova nulla sulla genesi del nome del marchio, ma le risposte arrivano leggendo i commenti degli utenti, che segnalano ai gestori il significato della parola in italiano. "The name of your beer means “a hard piece of shit” in Italian. Congrats!", "Chi va fuori a comprare stronzo o m****a? non io" dice F., danese.
Dopo un po' giunge la risposta del gestore. Sì, dice Kristian Strunge ( e già dal nome capiamo qualcosa) ma in italiano "stronzo" significa molte cose, noi abbiamo scelto la parola perché ha un bel suono in danese che ben corrisponde al nostro slogan "Beer with an attitude". 

Chiaramente, il povero Strunge non aveva la minima idea di cosa significasse nell'italico idioma il poetico nome della sua birra. Ma quando è fatta è fatta, il marchio ormai è registrato. Agli utenti questa spiegazione non basta, anzi si accaniscono nel deridere il gestore.Ma ci sono anche altri che cercano di consolarlo, improvvisandosi filologi "Stronzo ha molte sfumature in italiano, alcune delle quali positive, dipende dal contesto" dice Lars. 
Carlo non è d'accordo e, con italianissimo pragmatismo, commenta: "State di fuori.Stronzo in italiano è un’offesa grave.
Avete dato un nome di merda alla vostra birra! Magari è pure buona, ma non so se riuscierei ad assaggiarla."

Non biasimiamo tuttavia il povero Kristian. Si è solo "lost in translation".
E.

Il link al sito: http://stronzo.dk/
beer_single_proud-stronzo

Già anticipazioni su Battlefield 5

Il quarto capitolo di Battlefield, il celebre gioco sparatutto sviluppato dalla svedese Digital Illusion Creative Entertainment, sarà in vendita dalla prossima settimana per pc, Xbox e Playstation 3. Il gioco non è ancora nei negozi che già i produttori si fanno scappare qualche indiscrezione sul suo seguito, Battlefield 5. Un'ottima notizia per i fan del gioco.
E.


“PIU’ TUTTO” IN BATTLEFIELD 5

di Jonas Högberg, Aftonbladet, 22 ottobre 2013

Il produttore di Battlefield 4 cita il quinto titolo in una nuova intervista.
Gli svedesi sono pessimi narratori, ritiene il capo di EA Games Patrick  Söderlund.
D’altra parte, siamo decisamente bravi a progettare sistemi di gioco.

Gli svedesi sono pessimi narratori? Se si chiede a Patrick Söderlund, capo dell’etichetta EA Games e EA Sports, la risposta è sì. In un’ intervista su Battlefield 4 al New York Times, egli stronca il nostro scarso sistema narrativo nei giochi, ma allo stesso tempo celebra la nostra capacità di progettare fantastici sistemi di gioco.
La storia è solo un’aggiunta
-Odio doverlo dire, ma la narrazione non è qualcosa che viene naturalmente a noi svedesi. Ma siamo bravi a progettare sistemi di gioco, e questo è quello su cui questi giochi si basano. “Minecraft” vi mette davanti a un blocco e dice “Facci quello che vuoi”. “Battlefield è un sistema progettato per l’intrattenimento, piuttosto che per la narrazione di una storia.-
Il produttore di Battlefield 4 Patrick Back aggiunge:
“La storia è solo la glassa sulla torta”
Più distruzione in Battlefield 5
Bach passa intanto a invogliare tutti i fans di Battlefield cominciando già a parlare di Battlefield 5 e su ciò che bolle in pentola per esso.
-Più features. Extra. Più distruzione. Ogni nuovo gioco deve essere il prossimo grande evento. -

Resta da vedere se intanto “Battlefield 4” riuscirà in questo: essere il prossimo, grande evento. Il gioco sarà rilasciato per pc, Xbox 360 e Playstation 3 il 29 ottobre. Le versioni per Xbox One e Playstation 4 saranno disponibili in concomitanza con il lancio delle consolle.

Lego: non solo per bambini

Lego. Pensavate fosse danese? Fino a qualche anno fa non ci avrei neanche pensato. Pensavate fosse solo per bambini? Fino a stamattina io si. Ebbene: è l'impresa danese con sede a Billund (il nome sarebbe ispirato a "leg godt" - gioca bene in lingua danese -) e produce una linea per adulti (anche se scritta così sembra qualcosa che abbia a che fare con il mondo hard non è così).
Dopo Legoland, parco divertimenti, l'azienda ha iniziato a produrre questi omaggi all'architettura mondiale permettendo a ogni adulto di tornare bambino mentre costruisce i modellini.

V.

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Lego si rivolge agli adulti: costruisci la tua Sydney Opera House
La Lego sta avendo successo con la sua linea Architecture, che si compone di piccoli modelli di architettura di fama mondiale è venduto dalle boutique alla moda di tutto il mondo.

di Kim Flyvbjerg, Berlingske Tidende, 22 ottobre 2013

Se leggete riviste come Monocle o Wallpaper, sul design anni 60, amate lo stile"Mad Man" e vorreste rivedere "2001: Odissea nello spazio" di Stanley Kubrik per la quinta volta per motivi estetici, allora ci sono buone novità per voi da Billund.
Lego Architecture fornisce ai mattoncini quell'aspetto alla moda, a causa del quale sarete destinati a cedere. La collezione è uno dei recenti successi della famosa azienda danese, partita con un brevetto su un blocco di costruzioni semplici nel 1939 e che oggi conta 10.000 dipendenti in tutto il mondo.

Lego Architecture conta oggi due collezioni. Nella Serie Landmark troviamo edifici emblematici come la Casa Bianca a Washington,  l'Empire State Building, la Torre di Pisa e il recente grattacielo di Dubai Burj-Khalifa. Nella Serie Architecture si trovano invece le strutture più sottili legate alla visione del'architetto: la modernista Ville Savoye di Le Corbusier e Pierre Jeannerets costruita dal 1928 al 1931 nella periferia di Parigi. Le celebri abitazioni Farnsworth House a sudovest di Chicago progettate da Ludwig Mies van der Rohes costruite fra il 1945-1951, la Sydney Opera House del danese Jørn Utzon, che in questi giorni festeggia il suo 40º anniversario, ma che fu concepita a metà degli anni 50. Assieme a quattro edifici del maestro americano Frank Lloyd Wright - tra i quali la famosa casa Fallingwater del 1935 in Penmsylvania, il museo d'arte Solomon R. Guggenheim eretto a Manhattan fra il 1943-1959.

"Il nostro lavoro è quello di esplorare l'architettura, l'ingegneria e l'affascinante mondo delle costruzioni. La nostra ambizione è quella di ispirare le persone di tutte le età, mentre apprendono riguardo gli edifici più iconici del mondo" scrive la Lego sulla propria linea.
E bisogna dar loro ragione: si ha una visione più chiara dei pensieri che stanno dietro la costruzione degli edifici, quando si costruiscono con le nostre mani, anche se sono modelli semplicistici.
Lego Architecture è stata presentata durante l'anno in diversi eventi di design fra cui il salone del mobile di Milano nel mese di aprile, ma in realtà la linea è stata venduta in via sperimentale nel corso degli ultimi due anni.

"In realtà il progetto è iniziato nel 1990, quando l'americano Adam Reed Tucker all'evento per i fan a Chicago mostrò esempi di architettura che aveva costruito in Lego. Aveva and una proposta di collaborazione che è diventata la linea Architecture, e oggi è il progettista con altre due persone"  spiega Helene Teichert, responsabile della pubblicità della Lego al Nord.

I giochi per gli adulti hanno ormai raggiunto un pubblico più ampio e stanno per arrivare alla gente comune, anche se comunque la linea esclusiva non la si troverà a tutti gli angoli delle strade.
Uno dei rivenditori danesi è il marchio di moda Han Kjøbenhavn, che venderà la linea sia nel negozio in Vognmagergade a Copenhagen che nel negozio a New York:

"Teniamo Lego Architecture perché è danese e perché è costruita sull'architettura e sul design, così come le nostre collezioni e il nostro universo. Siamo cresciuti con Lego e quindi è del tutto naturale aggiungere la linea nei nostri negozi. Lego Architecture è un modo per mantenere un po' di danesità e di design classico nei nostri negozi, per cui è possibile per i nostri clienti portare a casa un po' di danesità" chiarisce Tim Faith Hancock di Han Kjøbenhavn.

Helene Teichert di Lego aggiunge:
"I bambini diventano adulti, ma molti vorrebbero ancora giocare con i Lego. Ci rivolgiamo a molti architetti e ingegneri, ma anche i turisti possono usare Lego Architecture come souvenir alternativo. Se si è stati a Sydney è divertente portare a casa l'Opera House a casa con i Lego."

Le confezioni partono da 499 dollari e contengono opuscoli che non riguardano solo le istruzioni di montaggio, ma anche deliziosi dettagli storici sugli edifici. Ad esempio ad accompagnare laccato dell'Opera House c'è un libretto con belle foto e citazioni di Jørn Utzon prima, durante e dopo la travagliata costruzione.

lunedì 21 ottobre 2013

Maria: la bambina della tomba vuota. Padre scandinavo vuole fare il test del dna.



La vicenda di Maria, la bambina ritrovata in un campo nomadi in Grecia, sta commuovendo il mondo. Sono migliaia le segnalazioni da ogni parte del globo, ma in particolar modo è la scandinavia che sta seguendo la vicenda con il fiato sospeso. E' altamente probabile che la bambina sia originaria delle terre dei vichinghi: i capelli biondissimi -quasi bianchi-, gli occhi chiari e i tratti del viso sono decisamente nordici. Ed è da un uomo di origini scandinave che arriva una segnalazione bomba: Maria potrebbe essere la sua bimba, morta in ospedale nel 2009 ... morta sì, ma senza lasciare un corpo terreno dietro di sè: la tomba che doveva ospitarla è risultata vuota dopo essere stata aperta per accertamenti sul cadavere. Chissà. Noi, intanto, continueremo a seguire la vicenda tramite la voce dei giornalisti scandinavi.

E.

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MARIA, 4 ANNI, POTREBBE ESSERE LA BIMBA DELLA TOMBA VUOTA
Tv greca: Padre scandinavo richiede il test del dna.
Sembra improbabile. Ma i media greci prendono sul serio la teoria del padre scandinavo.
Maria, 4, potrebbe essere la bambina della tomba vuota.

L’organizzazione “The smile of the child” ha ricevuto migliaia di suggerimenti su chi possa essere la piccola Maria, di quattro anni.
Uno dei suggerimenti più scottanti arriva dalla Svezia. Ma proprio adesso i grandi media greci riferiscono un’altra teoria.

La tomba era vuota.

Un padre di origini scandinave è certo che Maria sia sua figlia che nacque (e morì) nel 2009.
La bambina, appena nata, morì  in un ospedale a Salonicco. I genitori , che dicono di non aver mai visto il corpo, erano convinti che la bambina fosse morta a causa di un errore medico e richiesero che la tomba venisse aperta.
Lì iniziò il mistero che venne riportato dai media greci nell’inverno del 2009.
Sotto richiesta dei genitori la tomba venne aperta. Ma era vuota. E nessuno poté spiegare cosa fosse successo.
Da allora i genitori sono convinti che la figlia sia ancora viva.
-Sospettammo che nostra figlia fosse caduta vittima dei trafficanti e che non fosse morta, come ci avevano detto dall’inizio- dice il padre, secondo il giornale greco Ethnos

Ha riconosciuto Maria

Quando il padre ha visto le immagini di Maria ha pensato a lei.  E’ di origini scandinave e Maria somiglia ai suoi parenti scandinavi. Inoltre lui ha successivamente avuto un figlio che, come Maria, ha gli occhi verdi.
Ora il padre crede che Maria sia sua figlia. Secondo molti media greci ha richiesto di poter fare il test del dna e pare che la polizia di Salonicco abbia ricominciato a indagare su quanto è accaduto alla figlia dell’uomo.
Non è ancora chiaro se la polizia prenda sul serio la teoria del padre.

Risposte, forse domani

Maria è ora in custodia all’associazione The Smile of the Child.
Quando stamane Aftonbladet ha parlato con Pardalis Panagiotis, che lavora per l’organizzazione, egli ha detto che Maria si trova in un ospedale in una località segreta.  La sua salute è considerata buona e la bambina ha cominciato a giocare.

-Presto, forse anche domani, incontrerà alcuni esperti che potranno determinare le sue origini e l’età esatta- dice Pardalis Panagiotis all’Aftonbladet

domenica 20 ottobre 2013

Confessore reale fu spia anticomunista

Ogni giorno ne esce una nuova. Tutto si può dire che la vita della Chiesa in Danimarca non sia movimentata; prima le monetine sataniche e adesso il vescovo spia anticomunista. Certo è che fa strano pensare che il tuo confessore sia stato una spia. Verrebbe da dire che non ci si può più fidar di nessuno, nemmeno del silenzio degli ecclesiastici.

V.

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Vescovo spiava i comunisti danesi
L'ex vescovo Erik Norman Svendsen fu assoldato come giovane informatore sull'estrema sinistra in Danimarca

di Nyhedsbureauet Newspaq, Avisen, 20 ottobre 2013

L'ex vescovo Erik Norman Svendsen fu assoldato fra gli studenti durante la guerra fredda per raccogliere informazioni per un'organizzazione danese riguardanti i comunisti.
L'organizzazione cercò, con l'aiuto della Central Intelligence Agency degli Stati Uniti, di mappare l'organizzazione dell'estrema sinistra in Danimarca, scrive lo Jyllands-Posten.

Il comunicato dice che il lavoro di Erik Norman Svendsen era quello di osservare alcuni membri del DKP (partito comunista danese, ndr).
"C'erano alcuni nomi ai quali eravamo molto interessati, alcuni dei quali sono comparsi anche nell'organizzazione di facciata del Partito comunista" ha detto al giornale.

Il lavoro fu fatto per l'organizzazione anticomunista "Libertà e controllo popolare" durante il periodo del controverso ufficiale dell'intelligence Arne Sejr.
Secondo i documenti dei servizi segreti, la CIA nominò il giovane studente di teologia come possibile contatto in Danimarca.

La raccolta avveniva in un appartamento all'angolo fra la Rosenvængets Allé e Tranglen a Østerbro a Copenhagen.
Qui si recava Erik Norman Svendsen ogni settimana dal 1960 per otto anni e il suo lavoro consisteva in resoconti su persone del DKP e nella raccolta di materiale per i diversi gruppi di analisi di Arne Sejr.

"Valutavano quello che avevamo trovato e parte veniva pubblicato su "Analisi internazionale" che veniva inviato agli opinion leader membri del governo e del parlamento, imprese e giornalisti scelti" dice Erik Norman Svendsen allo Jyllands-Posten.

Che in gioventù fosse parte di una rete di intelligence anticomunista non ne era a conoscenza.
"Francamente credo di esser stato parte di qualcosa più grande di me" dice.
Erik Norman Svendsen è in pensione come vescovo di Copenhagen, ma continua a lavorare come confessore reale.

Stoccolma: gigantesco bunker della Guerra Fredda aperto al pubblico



Stoccolma, Guerra Fredda. La paura di un imminente attacco atomico è forte. Bisogna fare qualcosa, qualcosa di straordinario per salvare la città e i suoi sopravvissuti nel caso in cui il mondo finisse. Incastrato nelle viscere di una montagna nasce allora Elefanten, l'elefante, un gigantesco bunker dotato di tutti i comfort (o quasi), l'ultimo baluardo sicuro per gli abitanti di Stoccolma nel caso in cui qualcuno decidesse di premere il  pulsante rosso.
Oggi, per la prima volta, Elefanten apre le sue porte per accogliere i visitatori in un luogo rimasto assurdamente cristallizzato negli anni 70. Fra biglietti andati a ruba e misteriose porte chiuse a chiave, l'articolo ci trasporta indietro nel tempo, dritto nelle viscere di quell'Elefante che è rimasto a riposare per più di trent'anni sotto la montagna, custode di segreti e cimeli di un mondo che non c'è più.

E.

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CORSA AL BUNKER TOP SECRET NASCOSTO SOTTOTERRA,
di Anna Norström, alltomstockholm.se, 20 ottobre 2013


Ci sono stanze segrete nel sottosuolo di Stoccolma che nessun cittadino conosce o in cui può entrare.
Ma questo inverno potrete teletrasportarvi mentalmente negli anni settanta grazie a un progetto celato al mondo esterno, nelle viscere di  una montagna.
Ora sono aperte le porte per la centrale di comando top-secret “L’elefante” – ma i biglietti sono già andati esauriti subito dopo che la cosa era stata accennata sui social network

“Portatevi via soldi, documenti di valore, assicurazione sanitaria e tessere sindacali, poi la tessera annonaria, una mascherina protettiva e il documento d’identità”
Questo era scritto nella brochure che si poteva trovare in tutte le case svedesi nel 1961. Si intitolava “Se arrivasse la guerra” e ci racconta di quando durante la Guerra Fredda il mondo era sospeso sul tasto pausa, sotto la costante minaccia di un attacco nucleare.
In una parte della mostra “Bomba atomica su Stoccolma” si aprono le porte su un sistema di difesa civile top secret che avrebbe salvato la città –o ciò che sarebbe rimasto di essa- in caso di attacco atomico.

Esauriti prima dell’annuncio

Si è trasformata in una corsa quella per poter accedere all’edificio costato miliardi, dal nome  “L’elefante”, che si trova all’interno di una montagna. I biglietti sono andati sold out addirittura prima dell’annuncio della mostra.
-Stiamo valutando delle possibilità per poter ampliare le esposizioni, vedremo dopo la prima mostra come va. Molto dipende dalla sicurezza- dice Tina Candell, responsabile per la comunicazione del Museo Läns di Stoccolma-

Come mai i biglietti sono terminati così rapidamente?

-L’abbiamo solo nominato sui social network come Instagram, Twitter e Facebook. E’ questo che ha suscitato interesse nella gente-

Tre docce prima di entrare

“Tutto su Stoccolma” ha dato un’occhiata in esclusiva a “L’elefante” , che non è mai stato presentato prima al pubblico.
Un lungo corridoio porta verso il basso e è interrotto bruscamente da quella che è chiamata tasca di detonazione. Avrebbe tenuto lontano le onde sismiche da “L’elefante”.
Dopo poco si trova l’ingresso. O non esattamente.
Tre diversi box doccia in fila –dove bisognava passare prima,  per rimuovere le sostanze radioattive-. Poi il passo nella caverna, dove l’Elefante è situato su una sorta di stampella con sospensioni, rivestita in acciaio.
Una volta dentro è un viaggio mentale verso il 1978, quando l’impianto è stato completato. Sembra che il tempo si sia fermato. I posacenere nei corridoi contengono ancora mozziconi, alcune tazze di caffè sporche sono in cucina, e ci sono disegni fatti col gesso sulle bacheche.

Extra: stanza segreta (senza chiave)

Qui si sarebbero potute accogliere 200 persone nel caso in cui la Guerra Fredda di fatto fosse scoppiata. Ci sono circa 120 posti letto e un soggiorno completo di vano bar e spazio per il grammofono.  Ma non è molto funzionale: la cucina è costituita solo da un cucinino per riscaldare pasti precotti.
-Probabilmente si pensava di prendere un catering da una scuola vicina e riscaldare i pasti qui.  Come si potesse pensare una cosa del genere non lo so proprio.- ride Lennart Rosander, etnologo e storico della cultura.
I colori delle pareti sono tipici dell’epoca. Sono anche coordinati in base al tipo di camera in cui si trovano. Nella grande sala di comando c’è ancora un po’ di odore di fumo di sigaretta – anche se la ventilazione è accesa da quando l’edificio è stato terminato. La moquette scricchiola. Qui tutto sembra come una cartolina dagli anni 70. Ci sono cartine sui muri, una grande centralina telefonica, una stanza esclusivamente per la Radio Svedese e altri apparecchi tecnici certamente molto avanzati per l’epoca.
Una stanza è straordinariamente misteriosa. Non è stata aperta per anni.
-Di fatto non sappiamo cosa ci sia dentro- racconta Martina Berglund, curatore architettonico che ha documentato l’Elefante.
Sono lei e Lennart Rosander che guideranno le visite a “L’elefante”.

Interni prestati per un film

In una struttura esterna ci sono divani con posti per sei persone ciascuna. C’è ancora la plastica sui materassi. Nessuno ha mai trascorso la notte qui. Questo è un tempio per chi è interessato ai cimeli vintage. E alcune parti degli interni sono stati prestati per la versione cinematografica di “Cornelis”.
E allora, che accadrà a “L’elefante”? Uno straordinario e costoso edificio, un documento di un tempo completamente diverso e un impianto oggi inutile. Gira voce che ”L’elefante”possa essere venduto.
-Adesso speriamo che si possa conservare così com’è. “L’Elefante” è unico nel suo genere, è un museo completo che non ha bisogno di essere arricchito di nulla” dice Lennart Rosander.
Lasciamo “L’elefante” e ci incamminiamo fuori nel boschetto di Sollentuna  che fino a poco fa non era altro che un boschetto.
Rimane un pensiero.

Cosa c’è in quella stanza chiusa senza chiave, davvero?